PEV e IEF - Potenziali Evocati e Focalizzazione Isoelettroforetica
- Categoria: Diagnosi
Per la diagnosi di sclerosi multipla possono essere utili altre due metodiche rappresentate dai potenziali evocati (PE) e dalla focalizzazione isoelettroforetica o isoelettrofocusing (IEF).
Il contributo diagnostico dei potenziali evocati si basa sulla capacità di evidenziare rallentamenti dei tempi di conduzione lungo le vie visive, uditive, sensitive e motorie, anche in quei casi in cui l’esame clinico non sia in grado di rivelare una sintomatologia corrispondente.
In tal modo è possibile evidenziare una multifocalità delle lesioni che è inapparente dal punto di vista clinico.
Potenziali evocati visivi (PEV).
I PEV, in particolare, sono un esame neurofisiologico che misura la trasmissione dell’impulso nervoso lungo le vie ottiche, dove la conduzione nervosa appare frequentemente rallentata nella SM, soprattutto a livello del nervo ottico.
Sintesi intratecale IgG.
Abbiamo visto che la comparsa di una sintesi intratecale (cerebrale o liquorale) di anticorpi, in particolare di immunoglobuline appartenenti alla classe G (IgG), è una delle caratteristiche peculiari dell’immunopatogenesi della sclerosi multipla.
Le immunoglobuline rappresentano una frazione delle proteine del siero e sono distinte in 5 classi; IgM, IgA, IgD, IgE, IgG.
Le IgM sono le prime a comparire nel corso di una risposta anticorpale primaria, la prima volta cioè che veniamo a contatto con un agente estraneo (antigene). La produzione delle IgM è precoce e tende ad esaurirsi rapidamente.
Le IgG costituiscono l’80% di tutte le Ig presenti nel siero. Compaioni dopo le IgM in una risposta anticorpale primaria, ma rappresentano l’anticorpo prevalente nel corso di una risposta anticorpale secondaria, la seconda volta cioè che veniamo a contatto con lo stesso antigene che ha stimolato una risposta primaria.
La produzione delle IgG è quindi più tardiva e tende a persistere.
In condizioni fisiologiche, cioè in assenza di una reazione infiammatoria all’interno del sistema nervoso centrale, le IgG presenti a livello liquorale, derivano esclusivamente dal siero; la barriera emato-encefalica (BEE) controlla il passaggio di proteine dal compartimento sistemico (sangue) a quello liquorale o intratecale mediante le giunzioni serrate, che limitano il transito di proteine dal sangue, in cui sono più concentrate, al liquor, in cui sono meno concentrate.
Nel corso di una reazione infiammatoria all’interno del sistema nervoso centrale, si assiste ad un aumento della permeabilità della BEE, conseguente ad una apertura delle giunzioni serrate. Questo comporta un aumento della diffusione delle immunogobuline dal compartimento ematico, in particolare delle IgG poiché per le minori dimensioni passano più facilmente attraverso le giunzioni strette della BEE.
L’infiammazione intratecale, però, si accompagna anche ad una sintesi intratecale di proteine, in particolare di IgG. Quindi l’aumento delle IgG nel liquor dipende da due distinti meccanismi che possono coesistere o verificarsi in modo indipendente:
• l’aumento della frazione di IgG che deriva dal sangue (disfunzione della BEE);
• la comparsa di una frazione di IgG prodotta a livello del SNC (sintesi intratecale).
A questo punto, nel caso di un aumento delle IgG liquorali, diventa fondamentale riuscire a distinguere fra IgG sangue-derivate e IgG cervello-derivate, per ottenere una corretta valutazione sulla quota di IgG effettivamente sintetizzata nel SNC.
A tal fine sono state proposte differenti metodiche: metodi quantitativi basati sull’utilizzo di formule matematiche e metodi qualitativi basati sulla ricerca di bande oligoclonali (BO) IgG nel liquor.
IEF.
L’IEF è una tecnica elettroforetica che ricerca la presenza di bande oligoclonali (BO) IgG nel liquido cerebro-spinale (LCS) estratto attraverso la rachicentesi o puntura lombare e, cioè, mediante l’introduzione di una ago a livello degli spazi intersomatici L3-L4 o L4-L5 della colonna vertebrale (Figura 1).
Le bande oligoclonali sono sottili strisce costituite da anticorpi appartenenti alla classe delle IgG che, insieme ad altre proteine, migrano su un apposito gel di agarosio o poliacrilamide, in base al proprio punto isoelettrico ed a pH costante. Durante l’IEF, le IgG migrano all’altezza della zona catodica dove il pH è alcalino, sotto forma di bande sottili ,molto nette e ben distinte fra loro (Figura 2).
Figura 1. Rachicentesi o puntura lombare. | Figura 2. Bande oligoclonali liquorali (BO) all’IEF. |
La presenza di bande oligoclonali di IgG nel LCS e non nel siero corrispondente, si osserva in più del 90% dei casi di SM e, pertanto, la loro dimostrazione rappresenta a tutt’oggi una tecnica indispensabile per la diagnosi di SM.