Rassegna Stampa
UNIFE: Nuovi test diagnostici per la CCSVI
- 12 Feb
[L'equipe] Ha messo a punto una nuova ipotesi terapeutica, che potrebbe essere determinante per migliorare le condizioni e la qualità della vita dei malati di sclerosi multipla: un metodo, che parte dalla ipotesi di una correlazione fra CCSVI – insufficienza venosa cronica cerebrospinale – e sclerosi multipla e che è chiamato ormai comunemente “Metodo Zamboni” dal nome del ricercatore che lo ha ideato; un metodo attualmente in attesa di essere validata da una sperimentazione che dovrebbe partire a breve coinvolgendo 19 centri di ricerca sparsi in diverse regioni italiane. Oggi l’equipe del prof. Paolo Zamboni direttore del Centro Malattie Vascolari dell’azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna, non è certamente isolata, all’interno dell’ateneo estense, nelle ricerche sulla CCSVI e le sue correlazioni con la sclerosi multipla, ma si avvale, invece, del contributo scientifico di numerosi altri gruppi di ricerca appartenenti a discipline diverse, impegnati a produrre nuove conoscenze su questa patologia. “In primo piano, resta, dice Paolo Zamboni, la necessità di diagnosi accurate”. Un obiettivo cui sta lavorando una equipe di Fisici dell’Ateneo Estense, guidata dal prof. Mauro Gambaccini, direttore del dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara. Oggetto della ricerca di Gambaccini il miglioramento di test diagnostici non invasivi, alcuni già pronti ad uscire dai laboratori UNIFE per essere disponibili per i pazienti.
Fonte: Telestense