Rassegna Stampa
Cura Zamboni, il Veneto accelera: «Diagnostica nelle strutture pubbliche»
- 14 Mag
Diagnostica negata (o quasi) a Cona per Paolo Zamboni, mentre a non più di 80-100 chilometri nascono centri di riferimento per la Ccsvi con il beneplacito esplicito delle Aziende Usl. A rivelarlo è Mauro Malaguti, consigliere regionale del Pdl che incalza la giunta Errani ed in particolare l'assessore alla Sanità Carlo Lusenti. «Nei giorni scorsi Lusenti ha dichiarato che un'attività di diagnosi e terapia al di fuori di un progetto di ricerca potrebbe solo indurre il ricorso a trattamenti condotti al di fuori delle regole che caratterizzano il servizio sanitario, almeno per ciò che riguarda la sfera pubblica'». Ebbene, nella sfera pubblica «rientrano le disposizioni assunte dalla giunta regionale del Veneto con la delibera 1618 dell'11 ottobre 2011 afferma Malaguti , relativa proprio alla diagnosi ed al trattamento correttivo endovascolare dell'insufficienza venosa cerebro-spinale (la Ccsvi, ndr) in pazienti affetti da sclerosi multipla». Ecco! allora non solo «codificate tutte le prestazioni che, inserite nel nomenclatore regionale, permettono a tutti i medici di richiederli con la necessità di eseguirli a fini diagnostico-terapeutici prosegue l'esponente del Pdl , ma c'è anche la decisione di prendere atto che strutture di riferimento sia per la diagnosi di Ccsvi che per il trattamento endovascolare' sono l'Azienda Ospedaliera di Padova e le Aziende Usl di Arzignano, Vicenza, Asolo, Treviso e Padova». MA NON c'è solo il Nord Est a spingere sull'acceleratore: «Anche presso la Regione Calabria è stato presentato un progetto di legge che andrà in aula a luglio rivela Malaguti , in cui è prevista testualmente l'istituzione del servizio per le prestazioni di angioplastica o aterectomia di altro vaso non coronarico (...), riportando come primo intervento e indicando come diagnosi principale il codice 340-Sclerosi Multipla, e individua altresì quali strutture di riferimento i presidi sanitari dotati dei servizi! richiesti». IL TUTTO mentre Zamboni, che entro fine maggio dovrebbe avere almeno la prima lista ufficiale di pazienti che a Cona verranno ammessi alla sperimentazione, «rischia di essere confinato o quanto almeno limitato dentro i confini di una ricerca pur importantissima conclude Malaguti , senza tuttavia poter esplicare il ruolo diagnostico che è fondamentale anche per i tanti malati di sclerosi multipla che da ogni parte d'Italia e del mondo vedono nei suoi studi un riferimento accreditato. Così l'Emilia Romagna si ritrova già fortemente in ritardo rispetto alle scelte di altre Regioni».
di Stefano Lolli